Monte Carasso Curzútt Ponte Tibetano

11 novembre 2017

La funivia che da Monte Carasso porta a Curzútt parte all’una. Sono le 12.30.

Cosa facciamo? Cuore cosa preferisci? Iniltile chiedere al mio GiovaneUrone (il nuovo taglio di capelli sembra fatto a lama nuda). Andiamo, mamma. Andiamo vita mia. Seguo la tua saggezza istintiva.

Un giro ad anello fatto e finito quello di oggi.

Iniziamo la dura salita, la strada è stretta, i gradoni a massi alti e i castagni fitti. Davanti a noi si aprono paesaggi suggestivi, sotto di noi l’orrore della periferia di Bellinzona non abbandona la vista.

Cuore sali come Orfeo, mi raccomando non voltarti.

Davide più o meno la vicenda la conosce, la ripassiamo assieme, inventando passaggi e limando incongruenze.

Non l’ha ancora abbandonato la passione (consolatoria?) per il Mito e la Storia.

Spero lo accompagni per sempre. E lo consoli nel momento del bisogno,

Con me non funziona più, ma la sua struttura è infinitamente migliore.

Arriviamo a Curzútt provati, salendo le ultime curve sentivo la schiena gemere. Il borgo è un gioiello il cui recupero mi incanta.

Pranziamo, abbiamo portato pane e formaggio, qualche fetta di salame ed un dolcino. Ad Eva questo pic nic sarebbe piaciuto tanto quanto è piaciuto a noi. Ed avrebbe adorato il parco giochi con il ponte fra gli alberi. Come facesse ad amare i ponti traballanti e non avere vertigini resta un mistero. Uno dei tanti.

Il ponte vero ci aspetta, abbiamo ancora un pezzo di cammino, meglio mettersi in marcia.

Una sosta dovuta presso la chiesa di San Bernardo. Apprezziamo gli affreschi, preferisco la vista.

La salita è ancora lunga (scoprirò solo in serata dal sito del Cai di Mombellolaveno che abbiamo fatto 10 km e 650 m di dislivello, il tutto sforando solo un’oretta i tempi previsti, sono molto fiera!), .

Sono stanca e sudata, mi fanno male i piedi e le ginocchia. Non ci faccio caso concentrata sui passi, lo capisco solo a sera, in questa salita non ho pianto.

È questa la soluzione? Tramortirsi?

Non lo so. So che la mia mano destra non smette di cercare la sua. Nulla bilancia il mio passo, ora. Eppure oggi ho apprezzato questa vista sul mondo davvero.

A volte mi sembra una bestemmia

Altre un prodigio.

Il ponte tibetano è impressionante.

270 metri, un’unica campata. Sembra di fluttuare nel sogno.

Davide è concentrato e ben consapevole. Un GiovaneUomo che esplora con attenzione il mondo.

Un GiovanePoeta che mi racconta il paesaggio e la vita.

Scendiamo mentre scende la notte.

Le frontali ci aiutano, il buio ci coglie a metà cammino e ci accompagna a valle.

Il buio e la stanchezza invogliano il silenzio e le riflessioni.

Non c’è spazio per la paura, forse ce n’è per riflettere in libere associazioni.

Cosa ho fatto di buono per te?

Quando era il momento giusto tu c’eri. Ci sei sempre stato.

4 pensieri riguardo “Monte Carasso Curzútt Ponte Tibetano”

    1. Grazie mille!

      Sono capitata sul suo blog cercando le presentazioni dell’ultimo libro di Alessandro Barbero,

      Molto interessante e ben fatto!!

      Peccato non riusciremo a venire il 12, Alessandria è una città così bella…

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