Campra

28.12.2017

Ho sempre vantato una salute eccellente. Nonostante tutto, nonostante la fatica, la paura e la tensione, c’era una leggerezza talmente felice e facile nello stare con Claudio ed i figli che faceva sì che tutto il peso fosse secondario.

Ora la mia salute vacilla. O meglio, le mie energie hanno un buco che non riesco a tappare. O forse non trovano un alveo dove scorrere e inondano tutto ciò che di buono posso aver negli anni costruito.

Non so.

So che devo fare i conti con limitazioni fisiche che non conoscevo.

Durante il periodo natalizio io e claudio ci siamo drogati guardando le prime due serie di Gomorra (durante l’estate con Eleonora avevo finito tutte quelle disponibili di criminal Minds ed ero un po’ in astinenza…).

Nell’ultima puntata della seconda serie Don Pietro parla di Ciro coi suoi che gli riferiscono come costui sia ancora un problema.

Lui risponde qualcosa che suona così: adesso allora lo scassiamo definitivamente.

E gli fa uccidere la figlia.

Ecco, scassata è esattamente la parola che cercavo e non mi sarebbe mai venuta in mente spontaneamente.

Però anche i catorci più orrendi a volte hanno qualche aspetto che continua a funzionare.

Ed incredibilmente ci sono momenti in cui ci credo.

Un esempio?

Facile, la ciaspolata che abbiamo fatto coi cugini a Campra.

Campra è un luogo incantevole, prima del passo del Lucomagno, fra Ticino e Grigioni.

Erano anni che claudio ci proponeva di andarci, memore di vacanze da fondista in era pre Famiglia.

Non c’è mai stata occasione di farlo, fino a queste vacanze invernali.

Abbiamo approfittato di una mia giornata di recupero, della presenza dei cugini (il Cugino di passaggio dalla California, la Cugina in partenza per Roma), della voglia di Davide di provare le ciaspole che Claudio gli ha regalato a Natale e siamo partiti.

Mio fratello Andrea ha letto, durante la cerimonia funebre di Eva, uno scritto perfetto.

E nella perfezione di ciò che ha sottolineato, ha descritto benissimo il legame che mi unisce ai Cugini, che li ha legati ad Eva ed ora accompagna Davide nella sua crescita.

Esattamente il legame che auguro a mio figlio di creare con i magnifici nanetti della nostra banda. Banda della quale una ed una sola era la Regina, e sono certa in qualche modo continui ad esserlo.

La ciaspolata che abbiamo fatto è stata una passeggiata fiabesca, bianca, incantata, completamente nostra e delle risate che sono riecheggiate ovunque fra un agguato e l’altro.

Un anello in piano, circa due ore (incluse le capriole nella neve), circondati da montagne il cui splendore riconcilia col creato.

Dopo pranzo i maschi indomiti sono usciti per un secondo giro. Io e zia Paola ci siamo date al sudoku ed alle parole crociate, le mie batterie erano a zero.

Ma arrivare a zero così, va bene. Soprattutto perché non spaventa il GiovaneGuerriero pronti ad ogni battaglia, ma non a perdere i punti di riferimento che lo accompagnano…

1 commento su “Campra”

  1. Le energie si trovano, sempre.
    Anche quando si è “scassati”, e io ne so qualcosa!!!!
    Da ciò che ci circonda si riesce sempre ad attingere energia. Non è solo forza, è pura vita.
    E anche i ricordi danno energia per illuminarli ancora di più.
    La prossima volta anche coi “biondi”!!!!

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