La Romantica

Sabato 22.07.2017
Ieri siamo arrivati a casa degli Zii a Santa Caterina Valfurva.

Il risveglio in montagna è sempre un’emozione che giustifica ogni fatica del viaggio serale.

La luce, il paesaggio, l’aria… e l’aver dormito sotto al piumone! 

Il PoetaGuerriero si è svegliato verso le nove, dopo aver riposato sereno nella cameretta dei Cugini.

Dopo un anno di lettone condiviso (Eva aveva bisogno di assistenza notturna, così esattamente a luglio scorso QuasiMarito si è trasferito in cameretta e noi tre abbiamo occupato il letto gigante fatto dallo zio Pao, un matrimoniale da regina) temevo non sarebbe stato facile tornare ai letti di spettanza, invece i movimenti a volte sono più fluidi dei pensieri.
La casa della montagna è legata solo a ricordi belli. I bimbi che rotolano nella natura, che imparano a sciare, che si godono le terme. La polenta, gli animali, le passeggiate. I libri letti sotto le coperte mentre fuori la neve risplende al buio, le canzoni e la chitarra della colonia di fronte a noi. Le mucche al pascolo ed il formaggio in baita, la cioccolata calda dopo lo sci e le mani che ci scaldiamo a vicenda.

Da un anno e mezzo mancavamo. Durante l’inverno, con le sue fatiche e l’infinito piano di cure, ci eravamo ripromessi mille volte di venire quassù per una settimana bianca. Non è stato possibile.
Oggi abbiamo deciso di iniziare le camminate valtellinesi dalla Romantica, sentiero dal nome ingannevole e dagli infiniti tornanti, che porta ad un piano, Pian delle Marmotte, fuori dal bosco, incantevole.

I maschi mi hanno preceduta di qualche tornante (gentilmente -più o meno- sollecitati dal mio bisogno di riprendere confidenza con le mie gambe, i miei piedi, il fiato e la fatica).

Arrivata in cima sono pressoché svenuta fra le braccia del Claudio, che mi porgeva l’acqua.

Quando riapro gli occhi metto a fuoco gli unici escursionisti che abbiamo incontrato in tutta la giornata e che facevano merenda accanto a noi.

Un nonno e due bimbe, subito attratte da Lexa, il chihuahua da montagna di Eva.

“Ma io la signora la conosco…”.

Certo! Il responsabile della scuola sci dei bambini, l’amico del mitico maestro Renzo, che ha sempre fatto sciare Eva a discapito delle sue difficoltà motorie.

Le lacrime sono arrivate immancabili, ma l’impronta della coincidenza mi ha reso meno faticoso il ritorno…