“ʻOhana’ significa famiglia. Famiglia significa che nessuno viene abbandonato. O dimenticato” così insegna Lilo a Stitch, nel film,
Una definizione potente, che Eva ha sapientemente usato per esprimere un concetto complesso in situazioni precise, e così Davide dopo di lei, ed i cugini.
Che riconoscano l’archetipo, questi nanerottoli?
Un paio i di giorni dopo la mareggiata che ha ferito Santa Margherita Rapallo e Portofino, rendendole nude e diverse per sempre nei nostri occhi, abbiamo goduto un fine settimana di mare con i biondi (genitori inclusi).
Era tanto che non passavamo giorni con zii e cugini. Fino a due anni fa era frequente e scontato; dopo la morte di Eva ognuno ha elaborato il dolore nel proprio nucleo, e sicuramente la mia furia di Demetra distruttrice non facilita la convivenza.
È giusto così, e non abbiamo certo bisogno del tempo, per sentire ciò che ci unisce.
Abbiamo ripercorso sentieri noti, nuovi nel loro abito autunnale, forse,
sicuramente nuovi nelle parole degli incredibili piccoli esploratori che crescono, vestendo di cresciuti concetti, spavalderie, paure e coraggio la strada.

Sento nella testa la fatica di questo equilibrio, fra il tempo cristallizzato dei ricordi e del dolore e quello fluido dell’immagine del mio PoetaGuerriero che ogni giorno si modella sulla precedente, riempiendo la mia vita dello stupore accecante che danno ogni alba ed ogni tramonto.
Il Monte di Portofino ė fitto e selvaggio, profumato di un autunno prepotente, che non cede spazio all’inverno.
Cammino come se Eva mi tenesse per mano, e rido da sola, come sempre più spesso mi succede, sentendo la sua voce che mi dice mamma, non ti arrabbiare, sono solo maschi.
ʻOhana’ significa famiglia. Famiglia significa che nessuno viene abbandonato. O dimenticato. <