Ho scritto gli appunti di questo Cammino su un vecchio taccuino di eva, comprato anni fa da Tiger. Vorrebbe essere un cugino della Moleskine, ma la parentela si limita al colore nero della copertina ed all’elastico che lo chiude, impedendo alla baraonda di oggetti che colonizzano la mia borsa di distruggerne le pagine.Eva amava i taccuini. Ne abbiamo collezionati negli anni di ogni forma e colore, a righe, bianchi, a quadretti, pagine rosa, azzurre, arcobaleno, sfumate.
Li amava e li usava. L’appello, la lista della spesa, i menu. E poi disegni, appunti, tratti inventati e fantasiose cornici.
Ora le parole sparse, disordinate agli occhi ma orientate dove la vista non giunge, mi aiutano a riprendere il filo della narrazione.
Nessuno in casa nostra ha buoni rapporti con l’ordine, eppure anche se ci perdiamo troviamo sempre un’altra via da seguire.
La prima stella della sera ora è più luminosa del giorno.